lunedì 24 settembre 2012

Giovedì gnocchi

Va bene che, quando finisce agosto, sembra di lasciarsi un intero anno alle spalle (come ci insegnano i Righeira) e settembre sembra particolarmente grigio perchè significa la ripresa di pieni ritmi lavorativi ma,quando si arriva ad un crollo di 10 gradi e la prova costume e alle spalle, ti prende la voglia di qualcosa di buono..... E poichè da me Ambrogio non passa e, contrariamente alle previsioni statistiche, in vacanza non ingrasso, mi son concessa un bello strappo con una mega porzione di emilianissimo gnocco fritto (accompagnato ovviamente da ottimo prosciutto di Parma, con la sua brava aureola di grasso...che sennò che senso ha comprare il Parma? ;)).

Una frittura fatta a regola (in olio bollente e mescolato ad un grasso ad alto punto di fumo, come strutto od olio d'oliva) non è un grosso peso per stomaco e fegato (a condizione, ovviamente, di non eccedere con quantità e frequenza): è un piatto semplice ma dalla squisita genuinità. Molto spesso nei ristoranti si spaccia per gnocco fritto (o crescentina o torta fritta) un qualsiasi ritaglio di pasta di pane fritto, ma la preparazione originale ha una fragranza e una leggerezza che la normale pasta cresciuta non ha...in pratica si gonfia tantissimo.

I più salutisti potrebbero arricciare il naso per la presenza dello strutto: grasso di origine animale e per di più con un deciso contenuto di grassi saturi...ma onestamente ha un contenuto di grassi insaturi superiore al burro e nella ricetta ne è usato un quantitativo davvero minimo (sicuramente molto minore di quello usato in tanti alimenti da forno industriali in cui se ne ignora la presenza, dal pane in cassetta agli snack salati).
Polemiche a parte, provare per credere: fetta di prosciutto su gnocco bollente e al primo morso si farà fatica a smettere. ;)




GNOCCO FRITTO

giovedì 13 settembre 2012

La signora in rosso


Ed eccomi, di ritorno dalle vacanze, a presentare un dolce onnipresente nelle pasticcerie USA (chi segue Buddy Valastro l'avrà sentito nominare decine di volte) e decisamente adatto solo ai più golosi (chi è a dieta non vada avanti nella lettura XD).

Piccola premessa, a me non piacciono le torte dal sapore troppo ricco e con farciture pesanti. Inoltre non amo le bagne alcoliche, quindi la scelta di una torta farcita da realizzare, di solito, predilige i dolci con farcitura alla frutta (che rilascia quel po' di umidità tale da mantenere il dolce morbido) o a dolci al cioccolato.

La Red Velvet Cake unisce la soffice e spugnosa consistenza dei dolci americani e la voluttuosa combinazione dei profumi di cacao e vaniglia. Il tutto in un impasto di un sanguigno color rosso: originato nella ricetta tradizionale dalla reazione chimica di polvere di cacao, bicarbonato e aceto ma, poichè la riuscita non è sempre assicurata (io ho provato e ottenuto, in passato, un color marroncino rosato) ormai, per andare sul sicuro si aggiunge  un po' di colorante. Farcita a strati con una crema al formaggio, si ottiene un favoloso effetto visivo che ricorda la bandiera americana e forse, oltre alla bontà, questa è la ragione della frequente presenza sulla tavola delle feste più importanti .

Alcuni suggerimenti per l'esecuzione.

- Ingredienti. Il più difficile da reperire è il latticello (spesso menzionato nelle ricette americane). E' una sorta di latte fermentato, reperibile per lo più in negozi di alimenti bio. Si può sostituire mescolando latte intero e yogurt bianco in parti uguali, lasciando a riposare almeno una ventina di minuti. Il colorante è un altro ingrediente indispensabile: consiglio quello in gel (possibilmente marca Wilton ) poichè ne serve molto poco e la resa di colore è perfetta senza modificare consistenza e sapore. Infine l'estratto di vaniglia: quello vero è un ingrediente ottimo, e piuttosto caro, perchè, a differenza dei vari aromi chimici in vendita, è ottenuto dalla macerazione di bacche di vaniglia in alcol e zucchero. Ne basta un cucchiaino per aromatizzare una grossa torta ma, ovviamente, in mancanza di meglio si può usare la stessa quantità di aroma artificiale (anche se il sapore ne risente decisamente).

- Preparazione e farcitura. Questo tipo di impasto risulta molto spugnoso e umidiccio anche dopo la cottura, inoltre il rischio di un errore nei tempi o nella temperatura può portare facilmente a far "collassare" il dolce già cresciuto. Un trucco, comunemente usato dalle massaie americane, consiste nel dividere l'impasto in due tortiere medie anziché una grande. Sarà maggiore la garanzia di cottura uniforme dei due dischi che poi verranno sovrapposti e uniti da una farcia di crema (oppure ulteriormente divisi se si vogliono più strati).
Una cautela prima di dividere i dischi è di tenerli almeno 1 ora in frigo: saranno più facili da tagliare. ;)

- Decorazione. Il modo classico è quello di ricoprirlo di glassa al formaggio e spargere molliche della torta (ricavate tagliando i dischi) sui bordi. In questo caso particolare io ho appoggiato delle rose, fatte con la pasta fondente, direttamente sulla crema ma è una scelta sconsigliata se si vuole preparare il dolce con molto anticipo: lo zucchero è nemico dell'umidità e dopo qualche ora a contatto con la crema le decorazioni comincerebbero a sciogliersi.


E dopo questa lunga introduzione, ecco la ricetta.

RED VELVET CAKE